LA DIETA NELLA  CALCOLOSI URINARIA
 LA DIETA IN TERAPIA  ANTICOAGULANTE ORALE
 LA DIETA  
 NELL' IPERURICEMIA
 LA DIETA NEL PAZIENTE  CON INSUFFICENZA  RENALE CRONICA
 

ALIMENTAZIONE PER IL PAZIENTE CON CALCOLOSI RENALE

Nel mondo la calcolosi renale o nefrolitiasi è una malattia molto diffusa, infatti le persone che ne soffrono vengono stimate nel 10% della popolazione, con variazioni tra il 6% delle donne e il 15% degli uomini. La definizione calcolosi renale prende nome dal latino “calculus” – sassolino che i Romani usavano per contare -, mentre nefrolitiasi deriva dal greco Litos – pietra, sasso -. I calcoli renali possono essere uno o più, di dimensioni che vanno da quella di un granello di sabbia (renella) a quella che tende a occupare il bacinetto e gli spazi liberi renali (calcolo “a stampo” secondo la cultura medica italiana, “a corna di cervo” secondo quella anglo-americana). Fino a non molti anni fa si riteneva che una dieta sbagliata fosse il fattore responsabile della formazione dei calcoli renali, mentre in realtà questa può aggravare uno status di base, legato a fattori genetici, disordini metabolici e situazioni ambientali. La formazione del calcolo prende il via da alterazioni qualitative e quantitative dell'urina che è composta fondamentalmente da acqua in cui sono presenti, disciolte, sostanze organiche come creatinina, urea, acido urico e sostanze minerali come calcio, cloro, fosfati, magnesio, sodio, solfati, potassio. Quando la concentrazione di un soluto disciolto nell'urina supera i livelli fisiologici, cioè quando si verifica una sovrasaturazione, avviene il fenomeno della formazioni di cristalli che, riunendosi costituiscono il calcolo renale; bisogna ricordare che nel nostro organismo esistono, comunque, sostanze inibitrici della cristallizzazione come citrato e magnesio che limitano il processo di sviluppo dei calcoli. Oltre che per aumento dei soluti, la sovrasaturazione è possibile per diminuzione del “solvente” cioè per tutte quelle condizioni in cui le perdite di liquidi non vengono sufficientemente compensate, come avviene per esempio nei climi o nei periodi particolarmente caldi, o in corso di malattie con iperpiressia o diarree perduranti, etc. Un corretto apporto idrico dovrebbe essere di circa 3 l/die, tra assunzione di liquidi, diretta con l'acqua o bevande varie e indiretta attraverso l'alimentazione. I disordini metabolici giocano un ruolo fondamentale nella genesi della litiasi renale e quelli che più spesso si riscontrano sono: · Ipercalciuria · Iperossaluria · Iperuricuria · Ipocitraturia · Ipomagnesuria La stima della percentuale del tipo di calcolo renale è variabile secondo gli autori, ma è valutabile in: 70 -80% per i calcoli costituiti da calcio ossalato, solo o con calcio fosfato, 10 -15% per i calcoli costituiti da struvite, cioè da fosfato di ammonio e magnesio e prevalentemente correlati a infezioni delle vie urinarie, dovute a germi ureasi-produttori, 10-15% per i casi costituiti da acido urico, 1% per i calcoli di cistina. Sfatato il luogo comune della riduzione drastica nell'assunzione di calcio con la dieta, le persone, soggette a formare calcoli urinari, dovrebbero attenersi a semplici dettami di igiene alimentare e cioè: · assumere almeno 3 l/die di liquidi · ridurre l'apporto del comune sale da cucina · ridurre l'alimentazione a base di proteine animali · aumentare con la dieta l'apporto di citrato e magnesio · assumere con la dieta un normale quantitativo di calcio, senza eccessi.

1. Calcolosi calcica
2. Calcolosi ossalica
3. Calcolosi uratica
4. Calcolosi fosfato- ammonio-magnesiaca
5. Calcolosi da ipocitraturia e calcolosi da ipomagnesuria



a cura di
Gallieno Marri , Medico di Famiglia- FIMMG Roma