LA DIETA NELLA  CALCOLOSI URINARIA
 LA DIETA IN TERAPIA  ANTICOAGULANTE ORALE
 LA DIETA
 NELL' IPERURICEMIA
 LA DIETA NEL PAZIENTE  CON INSUFFICENZA  RENALE CRONICA
 

L'ALIMENTAZIONE PER IL PAZIENTE IPERURICEMICO

Iperuricemia : aumento di acido urico nel sangue oltre i valori ritenuti fisiologici ( uomo 4-7 mg/100 ml, donna 3-6,5 mg/100 ml), dovuto a iperproduzione e/o ridotta escrezione, che caratterizza la gotta.

Acido urico : acido cristallizzabile, prodotto finale del metabolismo delle purine.

Purine : composti cristallini, nucleo fondamentale delle basi puriniche (adenina e guanina costituenti degli acidi nucleici, xantina e ipoxantina precursori dell'acido urico).

Gotta : serie di manifestazioni patologiche riconducibili all'iperuricemia (artriti, tenosinoviti, tofi, nefropatie, nefrolitiasi).

Il termine gotta deriva dal latino “gutta” (goccia) in quanto nella credenza popolare e nella medicina empirica si riteneva che la causa della malattia fosse la deposizione di gocce di un “umore” nelle articolazioni.

La gotta per tantissimo tempo è stata considerata malattia dell'abbondanza in quanto si manifestava prevalentemente tra i “ricchi”, gli unici a poter abusare di proteine di origine animale, e scompariva nei periodi storici caratterizzati da carenze alimentari; ai giorni nostri è ovviamente in ripresa, favorita anche dall'aumentata sedentarietà.

Recentemente Hyon K. Choi e collaboratori in un lavoro - Purine-Rich Foods, Dairy and Protein Intake, and the Risk of Gout in Men. N Engl J Med 2004; 350:1093-110 – basato su uno studio prospettico della durata di 12 anni hanno vagliato la veridicità di due assunti e cioè che una dieta iperproteica determina l'insorgere della gotta e che invece il consumo di latticini lo contrasta.

Non è stato dimostrato un rapporto diretto tra gotta e dieta iperproteica, a base di proteine di derivazione sia animale che vegetale, anzi di queste ultime alcune hanno una limitata capacità protettiva.

E' stato confermato il ruolo benefico del latte e dei suoi derivati che contengono una minima quantità di purine e, inoltre, lattoalbumina e caseina hanno capacità uricosuriche.

Anche se queste ultime acquisizioni hanno in parte modificato l'atteggiamento del medico nei confronti di alcuni alimenti una dieta per i soggetti iperuremici deve essere:

  • in ogni caso a basso tenore di purine
  • ipolipidica, ipoglicidica e lievemente ipocalorica, infatti l'incremento ponderale e gli eccessi alimentari possono scatenare crisi gottose
  • priva di alcolici, mentre sono concessi tè e caffè
  • povera di zucchero e fruttosio
  • ricca di acqua, specialmente oligominerale, per favorire l'eliminazione urinaria dell'acido urico.

Bisogna ricordare che il fruttosio è presente, oltre che nella frutta, anche in molti dolcificanti e che sono sconsigliate le diete eccessivamente ipocaloriche (più che mai il digiuno prolungato).

Consigli dietetici per una dieta a basso contenuto di purine (circa 100mg/die)

Alimenti consentiti

Alimenti da ridurre

Alimenti da evitare

pasta e riso non integrale, grissini, crackers, fette biscottate, cereali

brodo vegetale

latte e suoi derivati

asiago, bel paese, crescenza, fior di latte, fontina, mozzarella, ricotta, scamorza

barbabietole, bietole, broccoli, carciofi, cardi, carote, cavolini di bruxelles, indivia, insalata, lattuga, patate, pomodori, rape, zucca

olive

albicocche, arance , ciliege, mele, melone, pere, pesche e tutta la frutta fresca non proibita

noci

uova

olio d'oliva

burro e margarina solo in piccole quantità

aceto

acque oligominerali

tè e caffé leggeri

 

uva

asparagi, cavolfiore, fagioli, funghi, lenticchie, piselli, spinaci

carne bianca, pollame e pesce

spigola, carpa, cernia, luccio merluzzo, nasello, palombo, sogliola, rombo, trota

vino bianco o rosso poco alcolico in quantità ridotta

tè e caffé leggeri



 

brodo di carne

sughi di carne

formaggi grassi e fermentati

acciuga, anguilla, aringa, cefalo, crostacei, mitili, sarago sarda, sardina, sgombro, tonno, triglia uova di pesce

anatra cervello, cuore
fegato lepre, oca, maiale piccione, rognone, selvaggina, trippa, estratti di carne

salumi, insaccati e alimenti conservati

asparagi, cavolfiore, lenticchie, funghi secchi, melanzane, peperoni, piselli

castagne cocomero datteri, nespole, mandorle, prugne, frutta secca,

olio, strutto, lardo, cucinati o fritti

salse aromatiche o piccanti

tè e caffé forti

vino a elevato tasso alcolico, birra, liquori

a cura di
Gallieno Marri , Medico di Famiglia- Roma