|
HENRI TOULOUSE – LAUTREC MECONNU CUISINIER Di Henri de Toulouse – Lautrec méconnu cuisinier è rimasta l'immagine impressa nel 1898 sulla tela dal suo amico pittore Eduard Vuillard ed ora conservata nel Musée d'Albi. Toulouse – Lautrec, raffigurato mentre serve a tavola un suo piatto appena preparato, era in quel tempo ospite di Thadée Natanson, direttore dell' aristocratica rivista d'arte la Revue Blanche, e della sua compagna Misia, una donna di grande fascino per scrittori, poeti e pittori. << J'ai faim et j'ai soif ! >> Nell' art de la cuisine , oltre che in quella della pittura, Henri era considerato il maestro. E nel 1930 Joyant, in appena qualche centinaio di copie, pubblicò presso l'editore Pellet: “ La cuisine de Monsieur Momo ” , in cui raccolse le suggestioni gastronomiche dell'amico Henri, di quello stesso Henri che fu disegnatore e ritrattista spietato, profanatore, dissacrante dei ritrovi notturni, dei bar, dei bistrot e dei postriboli parigini. Il libro fu ripubblicato dalle edizioni Edita di Losanna nel 1966 con il titolo: “L'art de la cuisine” di Toulouse-Lautrec e Maurice Joyant. anticipano le creazioni culinarie di Lautrec: profili, volti, ombre, figure, oggetti impressi e buttati giù sulla tela con intense pennellate e nervosa immediatezza. Temi e soggetti appartenuti anche all'arte classica, ma da lui sintetizzati e semplificati, piuttosto che traditi. Come nella sua cucina: A guardare le affiches ed i manifesti pubblicitari di Lautrec, così ricchi di contrasti cromatici e di compatte superfici piane, così sapientemente ritmati nei contorni, viene spontaneo immaginare come egli abbia allestito e presentato queste salse e queste pietanze. E le abbia minuziosamente elencate nei suoi menu ( moltissimi, bellissimi, scarsamente conosciuti), in quelle liste di piatti graffite su un acquerello, un disegno, una litografia di circostanza., oppure su una carta del servito ricavata da un particolare, un dettaglio, uno schizzo, una ristampa di un' opera precedentemente destinata a tutt'altro uso. In questi menù, quasi come in un fumetto, si evoca e traspare tutta l'atmosfera della Belle Epoque francese: dolce ed amara, sorridente e raccapricciante. Misteriosa. Mystérieuse. On ne la saura jamais. Dieu n'en a révélé la conaissance qu'à son Prophéte qui n'en a rien dit. Cette recette restera donc toujours inconnue au reste des mortels. Nella dispensa di Lautrec Les herbes potageres Au nombre de dix : le persil, l'estragon, le cerfeuil, la cive, la ciboul, la sarriette, le fenouil, le thym, le basilic, et la tanaisie. En supplement, le laurier qui est un arbre. Le fromages d' Italie
Gorgonzola, au lait de vache, pate molle blue Bel Paese, pate molle pressée non cuite (conosciuto ed aggiunto forse più da Joyant che da Lautrec) Parmesan, pate molle cuite et presse Salsa rossa detta « Povero Uomo »
Metti dentro una ciotola due o tre cucchiai di aceto di buon vino rosso, di prezzemolo, di cipolla e di scalogno finemente tritati, un po' di sale e un po' di pepe macinato fresco. Servi freddo con ostriche e con molluschi. Piccioncino alle olive
Prendi un giovane piccione, svuotalo e metti nell'interno una farcia di carne di bue, di vitello, di polpa di salsiccia, insaporisci con pepe aromatico, noce moscata, tartufo tagliato. Mettilo e fallo vivacemente rigirare in una padella e poi riponilo in una casseruola: burro, lardo, cipolla, scalogno; fai una leggera salsa con burro e farina; aggiusta di sale, pepe, mazzetto aromatico, mettici dentro il piccione, aggiungi un buon brodo. Lascia cuocere dolcemente, con la casseruola coperta, una buon ora. Negli ultimi venti minuti aggiungi le olive verdi snocciolate e ben dissalate ed un bicchiere di cognac. Lascia ridurre e brasare bene. Servi il piccione su un piatto, con intorno le olive ed asperso della salsa passata in cui è stato cotto. a cura di
|