APPROFONDIMENTI
 
 

ALIMENTAZIONE ED INFLUENZA AVIARIA
Il consumatore corre o no pericoli per la sua salute ?


Va subito detto che, mentre esistono segnalazioni di rari casi di infezioni umane con il virus dell'influenza aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti (vivi o morti) e solo tra operatori del settore, non c'è alcuna evidenza scientifica di trasmissione attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo accurata cottura (70 °C).

Perché tanta attenzione sulle carni avicole?

Per motivi legati alla sanità degli animali vivi l'attenzione è posta a prevenire qualsiasi diffusione di malattia e non deriva dalla preoccupazione di eventuali trasmissioni del virus patogeno all'uomo attraverso il consumo alimentare delle medesime,in quanto tali vie di trasmissione non sono mai state dimostrate.

L'Unione Europea ha preso provvedimenti, cui anche l'Italia si attiene, che mirano a proteggerci dalla possibilità di diffusione della malattia dall'Asia, Russia e Kazakistan. Sono state infatti proibite le importazioni da quelle regioni di uccelli vivi e di prodotti avicoli a rischio come la carne fresca di pollo e le piume non trattate. Tuttavia, questa proibizione non interessa carne di pollo cotta, dato che il trattamento con calore ad almeno 70°C distrugge il virus dell'influenza. Attualmente è proibita l'importazioni da: Cambogia, Cina e Hong Kong, Indonesia, Laos, Malesia, Nord Corea, Pakistan, Tailandia, Vietnam, Russia e il Kazakistan.

Nel frattempo anche il ministero della Salute italiano ha attivato utili provvedimenti e, prendendo atto della situazione internazionale e considerando la situazione della produzione avicola nazionale, ha ritenuto opportuno intervenire con l' ordinanza ministeriale del 26 agosto 2005 , riguardo le misure da prendere in materia di malattie infettive e diffusive dei volatili da cortile.

Poiché il problema più grande è la provenienza illegale o da aree a rischio, in base a queste nuove disposizioni è fatto obbligo di fornire informazioni più dettagliate riguardo la provenienza degli animali, gli stabilimenti di macellazione e lavorazione delle carni, al fine di garantire proprio la rintracciabilità e di evitare l'introduzione di prodotti avicoli da aree a rischio.

In pratica, per garantirci, cosa controllare in macelleria ?
Ricordiamo che sui prodotti di origine animale posti in vendita è apposto il bollo sanitario e l' etichetta , che non vanno confusi.

La bollatura sanitaria delle carni, nel particolare di pollame, rientra nelle specifiche competenze sanitarie e rappresenta la garanzia della sicurezza alimentare delle stesse. Infatti, il bollo sanitario viene apposto alle carni di pollame dopo che tutti i dovuti controlli ispettivi effettuati dal veterinario ufficiale abbiano dato esito favorevole e di idoneità al consumo umano. Quindi, la sicurezza sanitaria delle carni di pollame, come di tutte le carni, è assicurata dalla presenza del bollo sanitario .

Invece l 'etichetta fornisce le opportune informazioni al consumatore circa le caratteristiche del prodotto e della sua qualità (trattasi di un valore informativo aggiunto e non di prerequisito).

Ed allora ricerchiamo sulle carcasse di volatili da cortile l'apposita bollatura riportante l'indicazione con una sigla IT seguita dal numero di registrazione, presso la A.S.L. dell'allevamento di provenienza degli animali .

Per gli animali che vengono macellati, in provenienza da un Paese comunitario o da un Paese terzo in etichetta viene riportato in chiaro il nome del Paese.

Per le carni di volatili sezionate, es. petti di pollo, deve essere riportata sull'etichetta oltre la sigla IT, se carni italiane, o il nome del Paese di origine, la data o il lotto di sezionamento .Anche per quanto riguarda le preparazioni (es. cordon bleu , cotolette,ecc.) ed i prodotti a base di carne (es.arrosti di tacchino ) deve essere riportata sull'etichetta l'origine della materia prima.

Ricordiamo però, che le piccole aziende agricole non sottostanno all'obbligo di bollatura delle carni se vendono piccole quantità di pollame direttamente al consumatore finale nell'azienda o sul mercato settimanale più vicino, o ad un dettagliante per la vendita diretta al consumatore finale che si trovi ubicato vicino all'azienda stessa.

Quindi, in base alla situazione attuale, possiamo consumare in sicurezza i nostri prodotti nazionali, che hanno i migliori standard possibili in ambito di sicurezza alimentare e rappresentano circa il 107 % del nostro fabbisogno, cioè produciamo più di quello che consumiamo; non c'è quindi alcun bisogno reale di importazione, specie in queste circostanze; è necessario però prevenire le importazioni illegali che si svincolano a qualsiasi controllo.

LINK
MINISTERO DELLA SALUTE
EPICENTRO
EFSA
OMS

a cura di:
Walter Marrocco, Medico di Famiglia - Roma


AGGIORNAMENTO del 07.12.2005

*Oms e Fao dichiarano che non c'è nessun rischio da carni e uova cotte
È quanto affermano la Fao e l'Oms in un comunicato congiunto distribuito alle autorità nazionali che vigilano sulla sicurezza igienico e sanitaria degli alimenti.
Il documento, molto ampio, contiene una serie di consigli pratici particolarmente rivolti ai Paesi in cui sono stati registrati focolai di influenza aviaria nel pollame. In tutte le altre aree, infatti, non vi è alcun rischio che i consumatori possano essere esposti al virus venendo a contatto con pollame e altri prodotti aviari.
http://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/OmsFao.asp

AGGIORNAMENTO del 11.11.2005
*L'Influenza Aviaria, sebbene non presente in Italia, inizia a fare già seri danni. “Dal territorio: Romagna, è crisi nera per gli allevamenti
La Romagna è terra di allevamenti avicoli. Qui, a differenza della gran parte del territorio italiano, le notizie sull'influenza aviaria hanno ben poco di esotico. Anzi, si ripercuotono immediatamente sulla vita dei cittadini. I consumi di carni bianche e di uova si sono dimezzati nel giro di un mese e mezzo e molti operatori del settore stanno per perdere il posto….”
http://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/notiziario-9_11_2005.asp

AGGIORNAMENTO del 04.11.2005
*Il Comitato Strategico del Centro Nazionale Prevenzione e
Controllo Malattie (CCM) del Ministero della Salute, nel suo
comunicato del 03.11.2005 afferma
"CCM: nessun rischio nel consumo della carne di pollo"

http://www.ccm.ministerosalute.it/ccm/ccmNews.jsp?id=
100&men=vuoto&lingua=italiano

AGGIORNAMENTO del 28.10.2005
Sempre più comunicazioni ufficiali cercano di fare chiarezza sulla disinformazione del potenziale rischio tra consumo di carne di pollo uova ed influenza aviaria

*L'ISS (l'Istituto Superiore di Sanità) informa che in Italia non esiste alcun rischio dagli alimenti per quanto riguarda l'Influenza Aviaria: dott.ssa Stefania Salmaso (Cnesps) http://www.epicentro.iss.it/focus/flu_aviaria/notiziario-26_10_2005.asp

** Il Ministero della Salute comunica che “Bandire uova e pollame da tavole e mense scolastiche sarebbe una misura ingiustificata nel nostro Paese www.ministerosalute.it/imgs/C_17_comunicati_848_testo.rtf

AGGIORNAMENTO del 27.10.2005
Efsa: precisazione dell'ente europeo sul legame tra alimentazione e rischio influenza aviaria

L'autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha emanato, il 26-10-2005, un comunicato stampa ( EFSA provides update on avian influenza and food safety | 2005-10-26 )con il quale si evidenzia che "Non esistono evidenze scientifiche che mostrano che l'influenza aviaria si trasmette per via alimentare"; smentendo così alcune indiscrezioni pubblicate su alcuni giornali europei, secondo le quali sarebbe stato meglio non mangiare carne e uova di pollo crude per il rischio di essere infettati dal virus dell'influenza aviaria; in realtà l'Efsa consiglia di mangiare carne e uova ben cotte non tanto per il pericolo influenza aviaria ma per il rischio connesso agli altri agenti che possono infettare questi prodotti, in primo luogo la salmonella ".