SI.CUR.A.
INTRODOTTO L'OBBLIGO DELL'INDICAZIONE IN ETICHETTA DEGLI ALLERGENI

Recenti dati pubblicati dall'Unione Europea evidenziano una crescita delle allergie e delle intolleranze alimentari che interesserebbero, a fronte di un 25% della popolazione che convive con la convinzione di essere allergico a qualche alimento, effettivamente fino al 8% dei bambini e il 3% degli adulti. La sintomatologia di una reazione allergica alimentare può essere molto varia e coinvolgere diversi apparati dell'organismo: - gastrointestinale: con vomito, diarrea, crampi, - cutaneo: con orticaria, gonfiore, angioedema, eczema, - orale: con prurito o gonfiore di labbra, lingua o mucosa orale, - respiratorio: con asma, edema della glottide, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi vi possono poi essere reazioni generalizzate, con shock anafilattico e arresto cardiocircolatorio in grado, in assenza di interventi appropriati, di portare alla morte del soggetto. Negli individui molto sensibili, possono bastare quantitativi minimi dell'alimento contenente l'allergene: é stata documentata una reazione ad esito fatale per l'ingestione di mezza arachide; in soggetti allergici al latte vaccino si può sviluppare una reazione allergica anche solo spalmando poche gocce di latte sulla pelle. Negli USA, paese dove le cause per danni sono cosa comune, i produttori di alimenti prestano estrema attenzione al problema delle allergie alimentari. Le industrie alimentari informano le associazioni dei pazienti con allergie alimentari di tutte le modifiche introdotte nei loro prodotti o degli errori nella produzione o nell'etichettatura coinvolgenti potenziali allergeni. Nonostante questa attenzione, recenti indagini hanno rivelato che tra i genitori di bambini con allergie al latte, solo il 7% è effettivamente in grado di identificare gli alimenti che lo contengono; allo stesso modo solo il 22% dei genitori di bambini con allergia alle proteine della soia sa identificare il prodotti contenenti soia. Inoltre sempre negli USA nel 2004 sono stati analizzati 73 prodotti dolciari dei quali il 25% sono risultati positivi per il contenuto in arachidi che non è stato riportato in etichetta. Le etichette dei prodotti alimentari forniscono ai consumatori informazioni nutrizionali di interesse generale ma informazioni insufficienti circa componenti minori o additivi che possono interessare invece quella ristretta cerchia di soggetti con specifiche allergie o intolleranze alimentari. L'idea di incrementare le informazioni sulle etichette dei prodotti alimentari ha origine dal documento del Codex Alimentarius, gruppo di lavoro internazionale che si occupa di sicurezza alimentare, ALINORM 93/22 "considerazioni sui potenziali allergeni negli alimenti". Accogliendo i suggerimenti del Codex Alimentarius, la Commissione Europea ha emanato la direttiva 2003/89CE, recepita dall''Italia con il DL.vo 114/2006 pubblicato su G.U. n.69 del 23.03.2006, con l'obiettivo di garantire ai cittadini, con l'obiettivo di garantire ai cittadini, soprattutto a quelli con sensibilità nota a componenti od additivi alimentari, il diritto ad un'informazione più approfondita sul contenuto degli alimenti introducendo una lista positiva di sostanze considerate “allergeniche” da menzionare obbligatoriamente in etichetta, qualora siano presenti in un prodotto alimentare (non solo come ingredienti, ma anche come derivati). Le sostanze attualmente considerate allergeni nella direttiva sono le seguenti:
• Cereali contenenti glutine (cioè grano, segale, orzo, avena, farro, kamut o i loro ceppi ibridati) e prodotti derivati
• Crostacei e prodotti a base di crostacei
• Uova e prodotti a base di uova
• Pesce e prodotti a base di pesce
• Arachidi e prodotti a base di arachidi
• Soia e prodotti a base di soia
• Latte e prodotti a base di latte (compreso il lattosio)
• Frutta a guscio cioè mandorle (Amigdalus communis L.), nocciole (Corylus avellana), noci comuni (Juglans regia), noci di acagiù (Anacardium occidentale), noci pecan [Carya illinoiesis (Wangenh) K. Koch], noci del Brasile (Bertholletia excelsa), pistacchi (Pistacia vera), noci del Queensland (Macadamia ternifolia) e prodotti derivati
• Sedano e prodotti a base di sedano
• Senape e prodotti a base di senape
• Semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo
• Anidride solforosa e solfiti in concentrazioni superiori a 10 mg/kg o 10 mg/l espressi come SO2.

La nuova norma introduce anche l'obbligo di indicare con il nome specifico della materia prima ingredienti oggi indicati con il nome della categoria (es. olii vegetali) quando la stessa rientri nella lista delle sostanza allergeniche (es. soia, sesamo). I produttori dovranno quindi riportare in etichetta la presenza di potenziali allergeni anche se presenti in quantitativi minimi o addirittura se presenti solo in via potenziale, ad esempio per contaminazioni crociate. Nonostante le attenzioni crescenti poste a questa problematica, é di estrema frequenza, in particolare negli Stati Uniti, la segnalazione di reazioni allergiche in soggetti con allergie alimentari peraltro note per consumo di prodotti alimentari contenenti l'antigene o in forma "mascherata" o non riportato sull'etichetta oppure, ad esempio per modifiche della composizione del prodotto non sufficientemente segnalate, consumato senza le opportune cautele. Per cercare di ovviare agli inconvenienti conseguenti, è necessario che le persone allergiche provvedano ad informarsi accuratamente sui contenuti degli alimenti che consumano segnalando prontamente al proprio medico di famiglia o alle autorità sanitarie della ASL eventuali reazioni avverse legate al consumo di cibi. Tali segnalazioni possono consentire di individuare errori produttivi od omissioni in etichetta attivando procedure di richiamo dal mercato di prodotti irregolari e sensibilizzando i produttori.

A cura di:
Griglio Bartolomeo e Marrocco Walter