L'ADOLESCENTE E L'IMMAGINE DI SÉ (implicazioni con il cibo)

Il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza è per l'essere umano un periodo di profonde trasformazioni non sempre indolori e talvolta contraddistinte da esiti comportamentali nella successiva età adulta. Per comprendere meglio questo percorso è bene ricordarne i modelli psicologici.

1) Fino all'età di 10/12 anni il ragazzo possiede una struttura mentale orientata all'esplorazione del mondo esterno, tend e a negare conflittualità e confusione e si preoccupa solamente di interessi che hanno espressione nel presente. Vive nella realtà di un presente continuo ed infinito;

1) L'adolescente invece ha la coscienza del tempo e lo divide in passato, presente e futuro, quest'ultimo vissuto talvolta come problematico.

2) Il Fanciullo vive nella concretezza e nella percezione del dato reale; l'adolescente invece comincia ad esplorare la categoria del possibile ed elabora il proprio pensiero in senso ipotetico

3) Nei rapporti interpersonali il bimbo della 3° infanzia vive il mondo adulto come un sicuro approdo alle proprie ansie e in questo periodo si crea il modello familiare di un individuo che “contiene e protegge” e idealmente questo è associato all'immagine di un corpo grasso. Il ragazzo più grande invece non riconosce più ai genitori questo ruolo di protezione e anzi li giudica come detentori di un potere che lo relega al ruolo di suddito.

Il ragazzo più grande invece non riconosce più ai genitori questo ruolo di protezione e anzi li giudica come detentori di un potere che lo relega al ruolo di suddito

E' all'interno di tale periodo che si stabiliscono le prime relazioni con i coetanei, sia nel concetto di appartenenza ad un gruppo, sia come rapporti di tipo sentimentale. Questo aspetto è stato recentemente fissato come indicatore di un'adolescenza equilibrata e ben avviata; non solo, è ora che si fissa l'immagine del proprio corpo come fondamentale, perché essa sola parla al mondo che lo circonda. Gli “stili di vita” prevalenti nel contesto sociale verranno presi ad esempio ed imitati e

lo schema corporeo inizierà quindi a condizionare la vita interiore e quella di relazione dell'adolescente.

(2) L'appartenenza alla cultura occidentale determina spesso l'acquisizione acritica di simboli di bellezza ideale, associati a richiami di onnipotenza o di appartenenza ad una ristretta cerchia di “prediletti”. Notevole importanza hanno inoltre i messaggi di tipo sessuale o di vigore corporeo; i maschi cominceranno a fare i conti con i propri muscoli, con la voce, con le dimensioni dei genitali, in buona sostanza modificando il proprio comportamento in senso “macho”. Le femmine prenderanno in considerazione l'esilità della figura, la procacità delle forme o la capacità di seduzione; per ottenere ciò sono disposte a tutto e si sottopongono a restrizioni alimentari “fai da te”

(3) In questo stadio del suo sviluppo l'adolescente presenta un'alimentazione profondamente alterata nei suoi componenti: assume una quantità eccessiva di proteine, specialmente animali e un ridotto apporto di carboidrati complessi, a vantaggio degli zuccheri semplici, presenti in particolare nelle bevande commerciali.

(4) Fin qui assistiamo a situazioni cosiddette normali, ma il confine con i disturbi del comportamento alimentare, è veramente esile. L'alterazione dell'immagine corporea (BID: Body Image Disturbance), prevalente nel sesso femminile negli anni dell'adolescenza e della giovinezza, è da tempo considerato come una delle caratteristiche dell'anoressia e della bulimia nervosa.

La presenza “intelligente” dei genitori in questa fase si rileva fondamentale.

(5) Non si deve cadere nell'errore di sottovalutare la crisi adolescenziale e si deve accettare il distacco dei propri figli, anzi in talune situazioni questo andrebbe addirittura incoraggiato.

E' erroneo invece imporre regole eccessivamente severe, così come è ancora peggio non darne affatto, disorientando l'adolescente e lasciandolo quindi solo nelle sue decisioni.

Altro errore è negare l'evidenza del cambiamento e far finta di niente; va rispettata la trasformazione del suo corpo ma non va assecondata l'eventuale richiesta di modifica dello stesso.

E' importante dettare in questo periodo regole precise a fronte di precise garanzie da parte dell'adolescente. L'autonomia va conquistata lentamente e il distacco dalla famiglia risulterà graduale e costante, in grado di permettere al ragazzo di riorganizzare la vita adulta in modo equilibrato e cosciente

A cura di
Alfredo Grò, Medico di Famiglia - Roma

Bibliografia
1) Canestrari R., Godino A.: Modelli psicologici dell’adolescenza – Riv.Ital.Ped. – 11, 231, 1985
2) Schilder P.: Immagine di sé e schema corporeo – Edizioni Franco Angeli – 1996
3) Thompson J.K.: Body image disturbance – Pergamon Press N.Y. – 1990
4) AA.VV,: Linee guida per una sana alimentazione italiana – INRAN – Roma, 2003
5) Novelletto A.: Psichiatria psicoanalitica dell’Adolescenza – Edizioni Borla –Roma, 1986