L'ALLATTAMENTO MATERNO: IL RUOLO DEL MEDICO DI FAMIGLIA

“Ad ogni cucciolo il latte della sua specie”.
Sembra un'affermazione ovvia se consideriamo il mondo animale, così non è sempre stato tra gli umani. Sono stati invocati fattori sociali, di opportunità, talvolta di moda a condizionare l'allattamento al seno nel corso del secolo appena trascorso.

Negli ultimi anni però il latte di donna ha riconquistato le posizioni perdute e nei reparti di maternità si insegna alle puerpere il modo migliore per iniziare e soprattutto proseguire con l'allattamento al seno del loro bambino.

Ma cosa accade quando la neo-mamma esce dal nido e si trova da sola a gestire le poppate, con un neonato che comunica solo attraverso il pianto?

Si dirà: c'è il Pediatra di Famiglia, quello di Comunità, il Neonatologo del luogo di cura dove la donna ha partorito, ma l'esperienza insegna che spesso ci si rivolge al Medico di Medicina Generale, per la conoscenza con la famiglia e perché no, per la fiducia conquistata negli anni.

E così, oltre ad essere un po' geriatri, un po' chirurghi, un po' dermatologi, etc, dobbiamo rispolverare le nostre nozioni di puericultura per affrontare quello che talvolta è un “fuoco di fila” di domande che ci vengono poste da una mamma ansiosa, quando non addirittura angosciata.

Di fronte a queste situazioni, dovremo ascoltare attentamente la nostra paziente e prima di rispondere sarà nostra cura rassicurarla esponendole i vantaggi di somministrare al bimbo il loro latte. Le diremo che perderà più in fretta i chili accumulati durante la gravidanza perché le calorie necessarie a produrre il latte verranno prelevate dai depositi di grasso, la rassicureremo che la mammella che allatta si ammala meno di tumore, che il latte di donna è pratico e conveniente e rinforza le difese immunitarie del loro piccino specialmente nei primi giorni di vita quando viene prodotto il colostro, che il seno non dona solo nutrimento ma anche affetto, sicurezza e tranquillità.

Tra le domande che più spesso vengono poste c'è la preoccupazione del peggioramento di una precedente miopia, o del ritorno del mestruo ad impedire la pratica dell'allattamento: nulla di più falso in queste leggende metropolitane; il momentaneo peggioramento di eventuali vizi di rifrazione si deve ad una minore accomodazione del cristallino e comunque terminato il periodo puerperale l'occhio ritorna alle condizioni precedenti la gravidanza; per quanto attiene al ritorno del ciclo, gli estroprogestinici non incidono sull'increzione di prolattina che in questo periodo è regolata dalla stimolazione del capezzolo. E' invece verissimo che la donna che allatta possa restare di nuovo incinta perché anche senza flusso può esserci ovulazione.

Altri dubbi riguardano la possibilità che il latte risulti “leggero” con la conseguenza di eseguire inutili esami di laboratorio del prezioso liquido.

Un discorso a parte merita il passaggio nel latte di sostanze assunte e/o assorbite dalla puerpera.

Vanno evitate le tinture per capelli perché a base di prodotti ammoniacali, va abolito il fumo perché causa di patologie respiratorie e l'uso di alcoolici, anche se a scopo galattagogo (la birra funziona come l'acqua di fonte!), in quanto l'azione epatotossica e neurotossica dell'etanolo è particolarmente distruttiva nel neonato mancando quest'ultimo dell'enzima alcool-deidrogenasi.

Meno restrizioni invece per quello che riguarda gli alimenti: anche quelli che una volta venivano sconsigliati, in quantità modeste possono essere assunti e spesso fungono da “imprinting” sensoriale sulle future abitudini alimentari del neonato.

Per quanto riguarda i farmaci esiste una controindicazione assoluta in pochi casi e precisamente: contraccettivi orali (soppressione del latte); anfetamine (alterazioni del sistema nervoso centrale ); isotopi radioattivi (esposizione ad agenti radianti); litio (ipotonia, anomalie dell'ECG); citostatici (soppressione della risposta immunitaria); alcaloidi della segale cornuta (soppressione del latte). In altri casi, come la somministrazione di antiepilettici o di benzodiazepine o derivati dell'acido salicilico per la terapia della rettocolite ulcerosa si deve valutare il rischio caso per caso.

Le malattie infettive materne sono un altro capitolo, talvolta controverso che condiziona spesso l'allattamento al seno. Le comuni virosi respiratorie non costituiscono un problema ed è sufficiente una mascherina sul volto durante la poppata ad evitare il contagio aereo. La tubercolosi in fase attiva è purtroppo una controindicazione assoluta come l'infezione da HIV, anche se nelle popolazioni africane dove questa malattia è endemica è più facile morire per gastroenterite acuta da inquinamento delle falde acquifere che per le conseguenze del virus dell'immunodeficienza umana; per questo motivo l'OMS ha permesso a queste popolazioni l'allattamento al seno anche alle madri sieropositive.

Un ultimo accenno alle patologie intrinseche della mammella. Nell'ingorgo mammario basta applicare borse di acqua calda prima delle poppate, nella mastite che ne può conseguire un trattamento antibiotico adeguato e una brevissima sospensione dell'allattamento sono in genere sufficienti ed infine nelle comuni ragadi l'interposizione di un paracapezzolo ed il riposo a turno delle mammelle sono risolutive del problema.

A cura di:
Alfredo Gro' (Medico di Famiglia – Pediatra - Roma )

A disposizione delle mamme c'è un interessante Manuale strutturato sul metodo di “Domanda/Risposta”, che è' in distribuzione nei punti nascita italiani.

Il Manuale è disponibile anche in lingua araba, cinese, spagnola, francese e inglese.
Titolo del Manuale: “L'allattamento al seno del tuo bambino. Come e perché” della Commissione consultiva sulla promozione dell'allattamento al seno della Società Italiana di Neonatologia. Editeam Gruppo Editoriale, Cento (Fe), 1 a Edizione 2003, 2 a Edizione aggiornata 2006.

Cenni Bibliografici:
1) R. A. Hoekelman et al.:Primary Pediatric Care, 2° ed. Mosby – Year Book, Inc- 1992;
2) Quadrino S.: Il Pediatra e la Famiglia, Il Pensiero Scientifico Ed. – 2006;
3) Health Millions: “Breast milk and trasmssion of HIV” – 1998 - Jan, Feb. 24 (1), 14
4) Cattaneo A., Ynque A., Kolezko B., Guzman L.R.: “Promotion of breast feeding in Europe project” – Public Health Nutricion – 2005 Feb. 8 (1), 39-46
5) Binns C.W., Win N.U., Zheo Y., Scott J.A.: “Trends in the expression of breastmilk 1993, 2003” Breastfood Rev. 2006 Nov. 14 (3), 5-9