ANCHE DA UNA DIETA APPROPRIATA UN AIUTO PER LA CURA DELLA POLICISTOSI OVARICA (PCOS)

La sindrome da policistosi ovarica (PCOS) descritta da Stein e Leventhal nel 1935 come una malattia caratterizzata da ovaie ingrandite, policistiche è attualmente riconosciuta come una patologia sistemica cronica caratterizzata da una complessa situazione clinica. Oggi sappiamo che può presentare numerosi aspetti patologici a carico delle ovaie e non è più considerata di esclusiva pertinenza ginecologica.

La sua etiologia non è stata del tutto chiarita, si ipotizzano fattori causali molteplici: genetici, ambientali o entrambi associati.

A livello clinico è basata sulla coesistenza di
-anovulazione cronica:
· cicli mestruali irregolari, caotici
· intervalli intermestruali di diversa durata,da pochi giorni a molti mesi
· sanguinamenti (spots) di varia entità
· compromissione della fertilità

-iperandrogenismo di vario grado:
· eccessiva crescita pilifera con distribuzione di tipo maschile(irsutismo)
· acne
· calvizie di tipo androide

-ovaie ingrandite e policistiche
Si può presentare con quadri clinici molto eterogenei: da forme lievi scarsamente sintomatiche a forme gravi con sintomi importanti.
E’ necessaria una diagnosi differenziale con patologie che possono presentare segni o sintomi simili.

A livello ormonale si riscontrano:
· bassi livelli di FSH
· alti livelli di LH con rapporto LH/FSH >2
· alti livelli di androgeni

Si possono associare :
· acanthosis nigricans con ispessimento iperpigmentato delle pieghe flessorie
· obesità (nel 26-51% delle pazienti a seconda delle casistiche prese in considerazione)

L’ obesità è di grado variabile, di tipo androide, con accumulo di adipe a livello addominale superiore, associato ad elevate quote di grasso viscerale, vale a dire un’obesità aterogena e diabetogena.
Infatti sono state descritte associazioni della policistosi ovarica con ipertensione arteriosa, iperuricemia, iperlipemia , IGT, diabete mellito, cioè con la sindrome metabolica.
Studi recenti hanno evidenziato un’associazione con iperinsulinemia e insulinoresistenza.

Come intervenire in questi casi?
Oltre alla terapia farmacologia specifica è necessario intervenire sul controllo del peso corporeo attraverso una dieta ipocalorica e un’attività motoria Necessita quindi una modificazione in maniera stabile dello stile di vita della paziente attraverso un piano di educazione terapeutica, nel quale concordare l’obiettivo.
Ove necessario la paziente deve essere inviata a centri specializzati con programmi strutturati e multidisciplinari per un approccio di tipo cognitivo-comportamentale.

Bisogna fornire alla paziente tutte le nozioni idonee per un calo graduale del peso attraverso la limitazione dell’apporto calorico quotidiano.
Importante è la proporzione tra i vari cibi e la frammentazione dei pasti nel corso della giornata (tre pasti principali e due spuntini).

Ripartizione quotidiana dei nutrienti:
· Carboidrati 50-60%    dell’energia totale
· Lipidi =30 %                           “
· Proteine 15-20%                    “



Alimenti da preferire:
· carboidrati di tipo complesso: presentano un indice glicemico inferiore, determinano un assorbimento più lento degli zuccheri, forniscono un adeguato apporto di fibre
                                              indice glicemico rispetto al pane
1. riso                                     80-90%
2. pasta                                  60-70%
3. legumi:fagioli                      50-60%
         piselli                             40-50%
         lenticchie                       30-40%

· grassi di tipo vegetale: limitano l’apporto di grassi saturi, forniscono all’organismo sostanze antiossidanti
1. olio di oliva
2. grassi presenti nel pesce
3. grassi presenti nella frutta secca

· proteine
1. carne bianca magra
2. pesce

· fibre: 30gr/die, particolarmente presente in :
1. frutta
2. verdura
3. alimenti integrali

L’utilizzo della piramide alimentare fornirà al paziente il numero di porzioni dei vari nutrienti (vedi piramide alimentare e linee guida per una sana alimentazione in INRAN e SINU)

L’attività fisica da consigliare alla paziente deve essere aerobica, ripetuta (training) almeno tre volte alla settimana, di intensità medio-bassa ma di lunga durata (45-60 min.)

Consumi calorici medi per 45 minuti di attività:
· camminata a passo rapido 250Kcal
· nuoto a stile libero lento 405Kcal
· bicicletta a 10Km/h 202Kcal
· bicicletta a 15 km/h 315Kcal
· corsa a 8 Km/h 427Kcal

Una riduzione del peso, anche modesta, intorno al 5-7 %, determina un aumento della sensibilità periferica all’insulina, un abbassamento dei livelli di colesterolo, degli androgeni con conseguente riduzione dell’irsutismo, un miglioramento dei flussi mestruali. La correzione dell’obesità riveste inoltre enorme importanza nella prevenzione delle complicanze a lungo termine, diabete mellito e malattie cardiovascolari e naturalmente un miglioramento della qualità di vita anche psicologica.

Per approfondimenti
:

- Ehrmann DA: Polycystic ovary syndrome.N Engl J Med 2000;352:1223-36
- Diamanti-Kandarakis E. A modern medical quandary: polycystic ovary sindrome, insulin resistance,and oral contrapceptive pills. J Clin Endocrinol     Metab 2003; 88:1927-32.
- Salehi M,Bravo-Vera R, Sheikh A, Gouller A, Poretsky L. Pathogenesis of polycystic ovary syndrome: what is the role of obesity? Metabolism 2004,53:358-76.
- Rotterdam ESHRE/ASRM-Sponsored PCOS Consensus Workshop Group Revised 2003 consensus on diagnostic criteria and long-term health risks related to polycystic ovary syndrome. Fertil Steril 2004,81:19-25.
- Stamets K e al. A randomized trial of the effects of two types of short-term hypocaloric diets on weight loss in women with polycystic ovary syndrome. Fertil Steril 2004; 81:630-37
- Slowey MJ.. Polycystic ovary syndrome: new perspective on an old problem. South Med J 2001;94:190-6.
- Royal College of Obstetricians and Gynaecologists. Long term consequences of polycystic ovary syndrome. London: RCOG 2003
- Richardson MR. Current perspectives in Polycystic ovary syndrome. Am Fam Physician 2003;68:697-706.


A cura di

Nadia Bauzulli Medico di Famiglia – Fimmg Roma