Aumentano le cadute tra gli anziani, +30% quasi in 12 anni
Crescono fattori rischio correlati come uso farmaci psichiatrici

21 gennaio

Aumentate quasi del 30% in 12 anni le cadute tra gli anziani (dai 65 anni in su): si è passati da 28 anziani su 100 che nel 1998 riportavano una caduta a 36 anziani su 100 nel 2010. Lo rivela uno studio condotto su vasta scala in Usa e pubblicato sulla rivista JAMA Internal Medicine. Le cadute sono aumentate indipendentemente dai cambiamenti demografici intervenuti nel lasso di tempo considerato, spiega la coordinatrice del vasto lavoro epidemiologico Christine Cigolle della University of Michigan: insomma non ci sono più cadute perché ci sono più anziani, né perché sono aumentati i grandi vecchi (gli over-80) che sono gli anziani a più alto rischio. Le cadute sono aumentate indipendentemente da questi fattori puramente demografici. Le cadute rappresentano la causa più frequente di lesione nell'anziano e oltre un anziano su tre cade almeno una volta l'anno. Gli esperti hanno confrontato la quota delle cadute riferite dagli anziani nel 1998 con quella riferita nel 2010 usando una vasta mole di dati raccolta nell'ambito dello studio 'Health and Retirement', condotto per conto del National Institute of Aging statunitense. E' emerso che, per tutte le fasce d'età considerate dai 65 anni in su (quindi sia per gli anziani, sia per i grandi vecchi), le cadute risultano aumentate del 30% in questi 12 anni. Tanti i fattori potenzialmente in gioco: potrebbe essere che almeno in parte gli anziani siano divenuti più diligenti nel 'denunciare' la caduta al proprio medico; oppure che siano aumentati i fattori di rischio in gioco, quali le malattie cardiovascolari e l'uso di farmaci psichiatrici come i tranquillanti che possono dare tra gli effetti avversi anche vertigini e certamente sonnolenza, aumentando le possibili occasioni per cadere.