Salute: cuore; esperto, solo 1 su 3 prende davvero farmaci

(ANSA) - MILANO, 15 SET - Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei Paesi occidentali. Eppure ''solo un terzo di chi deve prendere farmaci anti-aggreganti li prende davvero'', anche se assumerli ridurrebbe drasticamente il rischio di un infarto o di un ictus. A sottolinearlo e' Alberto Zanchetti, direttore scientifico dell'Istituto Auxologico Italiano, durante la presentazione della campagna 'Tifa per il tuo cuore' che sensibilizzera' alla prevenzione nella prossima giornata di campionato. Perche' un dato cosi' basso, se il farmaco ha un effetto cosi' benefico? ''Semplice - spiega Zanchetti - perche' il paziente la prima settimana in cui deve prenderlo e' spaventato; la seconda lo e' un po' meno, la terza non lo e' piu'. L'osservanza, e quindi l'aderenza alle terapie, e' una delle qualita' piu' difficili della vita''. La 'colpa' di questa scarsa aderenza, pero', non e' solo del paziente 'svogliato' o non sufficientemente motivato: ''Tendiamo a dare la colpa al paziente, ma forse e' anche 'colpa' del medico, che si basa troppo sugli esami, della ricette, e parla con il malato sempre piu' solo al telefono e per poco tempo''. La soluzione al problema quindi potrebbe essere facile, ma va approntata al piu' presto: ''Parliamo di malattie che quando non uccidono diventano croniche, con esiti fortemente invalidanti, e come tali impegnano pesantemente il sistema sanitario, compromettendo anche la qualita' di vita dei malati''. Nel frattempo, e' fondamentale correggere da subito quei fattori di rischio che dipendono dalle nostre cattive abitudini, come il fumo e l'alimentazione errata (che a sua volta puo' portare a pressione alta, colesterolo alto, obesita'). ''Al paziente che si e' gia' 'scottato' con un evento cardiovascolare e' piu' facile fargli cambiare stile di vita; ma con una persona sana e' molto piu' difficile. Gli stili di vita si possono correggere - conclude l'esperto - ma a caro prezzo: pero' se non spendiamo sulla prevenzione non risparmieremo mai sulle cure''. (ANSA). KXP