IL GIUGGIOLO

Il giuggiolo (denominazione scientifica Ziziphus jujuba) è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae e al genere Ziziphus.
Il frutto viene chiamato giuggiola. In Italia centrale si utilizza anche il nome "gensola". Un altro nome con cui il frutto è noto è "dattero cinese".

Distribuzione geografica
Si ritiene sia originario dell’Africa settentrionale e della Siria e che sia stato successivamente esportato in Cina e in India, dove viene coltivato da oltre 4000 anni. In Europa è diffuso in Spagna, Grecia, Romania, ex-Jugoslavia.
I romani lo importarono per primi in Italia e lo chiamarono ziziphus.
In seguito anche i veneziani lo importarono dall’oriente e lo diffusero, dapprima in Dalmazia, poi sulle isole della laguna e infine sulla terraferma, nella zona dei colli Euganei.
La presenza del giuggiolo in Sicilia è ormai radicata da secoli, portatovi probabilmente dagli arabi, pertanto fa parte della cultura siciliana e in particolare di quella dell’areale dei Monti Sicani. La pianta del giuggiolo si è ben adattata alle caratteristiche del territorio siciliano.
In Sicilia è presente anche un'altra specie, Ziziphus lotus, che ha caratteristiche di maggiore rusticità e viene spesso utilizzato come portainnesto per la specie coltivata di Ziziphus jujuba. E' forse questo il "soave loto" di cui parla Omero nell'Odissea, quando racconta del frutto magico del popolo dei Lotofagi, che fece dimenticare ai suoi uomini che lo mangiarono il desiderio di tornare a casa.

Descrizione
Ha il portamento di un arbusto, ma anche di un albero, potendo arrivare fino a 8-12 metri se non potato. Le foglie sono ellittiche, di color verde brillante. Le radici vanno molto in profondità per cui è resistente alla calura e alla siccità. I rami sono spesso ricoperti di spine. I fiori, di piccole dimensioni, sono di color bianco-verdastro. I frutti sono drupe, con unico seme delle dimensioni di un’oliva e con buccia di colore inizialmente verdastro, che con la maturazione passa al rosso porpora e poi al bruno rossastro. La polpa è gialla. Il sapore, quando la giuggiola non è ancora matura, è simile a quello di una mela, un po' acidulo. Poi, con la maturazione, mentre il colore si scurisce e la superficie diventa rugosa, il sapore diviene più dolce, ricordando quello dei datteri (da qui il nome di "dattero cinese"). Le giuggiole si possono consumare fresche, appena colte dall’albero, ma sono più saporite e dolci quando sono raggrinzite.

Valori nutrizionali
100 g di giuggiole fresche apportano mediamente 79 kcal, con un contenuto in nutrienti pari a 20,53 g di carboidrati, 1,2 g di proteine e 0,2 g di lipidi. Discreto è il contenuto di fibra alimentare. Hanno un buon contenuto di vitamina C, vitamine del gruppo B, vitamina A. Tra i minerali sono presenti soprattutto il potassio, il fosforo, il calcio e il magnesio.
In 100 grammi di frutto fresco sono presenti circa 3,2 mg di catechina e 1,3 mg di quercetina.
Le giuggiole, sono fonti di polifenoli (da 475,3 a 1634,4 mg GAE/100g di frutta), flavonoidi (da 26,7 a 48,5 mg QE/100 g di frutta) e attività antiossidante (da 1154,6 a 1661,4 di acido ascorbico/100 g di frutta), che variano a seconda della varietà e del grado di maturazione.  
Inoltre contengono pectina, mucillagini, antrachinoni, tannini.

 

Proprietà benefiche
Le giuggiole sono state usate come piante medicinali fin dall’antichità grazie alle loro molteplici proprietà benefiche; per capire i meccanismi che ne stanno alla base, sono stati condotti vari studi scientifici i cui risultati sembrano confermarne l’efficacia.
I benefici che questi frutti possono apportare non sono da sottovalutare: per il basso contenuto calorico sono da inserire nella dieta mediterranea; la presenza di mucillagini e composti antrachinonici aiuta a contrastare la stipsi; il contenuto di vitamina C consiglia il loro consumo nelle sindromi da raffreddamento; il discreto contenuto di potassio aiuta a migliorare la funzionalità cardiaca e a contrastare la comparsa di crampi muscolari; vanta proprietà emollienti ed espettoranti; possono essere assunte per migliorare l’insonnia, l’irritabilità e l’ansia (grande uso nella medicina orientale). Inoltre i suoi componenti bioattivi ,gli acidi triterpenici e i polisaccaridi, determinano un effetto antiproliferativo grazie all’induzione dell’apoptosi (suicidio cellulare), pertanto il loro consumo potrebbe essere utile anche nella prevenzione tumorale.

Effetti collaterali
Se assunte in quantità eccessiva, potrebbero causare diarrea.

Utilizzo
Sin dall’antichità questo frutto è stato usato come fonte nutrizionale.  Una delle ricette più conosciute e apprezzate è quella del “Brodo di giuggiole”, liquore dal gusto molto intenso e dolce da servire a fine pasto. Il detto “andare in brodo di giuggiole ’’ risulta ancor oggi molto efficace e largamente utilizzato nel linguaggio comune per esprimere uno stato d’animo positivo e che trova un reale riscontro nel diffuso gradimento che riscuote il liquore prodotto con questi frutti.
Altre ricette non meno apprezzate sono quelle delle confetture, della conservazione sotto spirito, dei canditi, degli zaleti.
Gli zaleti (o zaeti, o zaletti) di giuggiole, biscotti secchi della tradizione veneta, sono una variante dei classici zaleti all’uva passa. Il loro nome deriva dal caratteristico colore giallo-dorato (zaleti = gialletti nel dialetto veneto) dato dalla farina di granoturco dell’impasto, utilizzata insieme a farina di grano 00, zucchero, tuorlo d’uovo, polpa di giuggiole e lievito. Sono ottimi biscotti da dessert da accompagnare con vini dolci o liquorosi.

Autori: Vincenza Maria Gioè, Giovanna Castellano.  S.I.M.P. eS.V.

Bibliografia