CAFFÈ E INVECCHIAMENTO

La caffeina non nuoce alla salute degli ultrasessantenni. Un consumo moderato non solo non ha alcun effetto collaterale (non altera la funzionalità cardiaca e i valori pressori, non danneggia l'apparato renale e non aumenta il rischio di osteoporosi) ma, come dimostrano numerosi e autorevoli studi, è un aiuto validissimo per aumentare la performance psicologica. Infatti dai test effettuati è risultato che gli anziani sono più sensibili alla caffeina. (10)
La caffeina aumenta la velocità con cui si apprendono le informazioni e solo per quanto relativo al sonno – nei soggetti particolarmente sensibili – può generare un sonno disturbato. Inoltre è recente la scoperta che la caffeina può aiutare i malati di Parkinson. E per finire si è scoperto che dall'aroma si sprigionano circa 900 sostanze chimiche dotate di alto potere anti-ossidante.
Le 900 sostanze chimiche sono volatili dal che se ne deduce che, per averne beneficio, il caffè va bevuto immediatamente appena preparato.
Gli anti-ossidanti hanno la capacità di combattere e prevenire molte malattie (compreso molti tipi di cancro) e ritardano gli effetti dell'invecchiamento perché bloccano l'azione lesiva nelle cellule dei radicali liberi che sono considerati le scorie dannose dei processi vitali dell'organismo.
Recentemente si è scoperto che a essere responsabili di questa sua preziosa attività non sono soltanto i composti fenolici in esso contenuti, ma anche la caffeina.
I risultati ottenuti dimostrano che la caffeina è in grado di contrastare e prevenire i danni ossidativi a carico della membrana delle cellule dell'organismo causati dai più importanti radicali liberi. I dati ottenuti da questo studio hanno dimostrato che il potere antiossidante della caffeina è molto elevato.

Bibliografia:
10) Tiplady B  et alii Psychomotor performances investigation the dose-response relationship for caffeine and theophylline in elderly volunteers
Eur J Clin Pharmacol. 1998 Jun;54(4):309-13